Controllo degli armamenti

Sin dalla Guerra Fredda venne definito controllo degli armamenti quel complesso processo negoziale e diplomatico che portò a una serie di accordi bilaterali tra USA ed URSS e di accordi multilaterali (sotto l'egida dell'ONU o dell'attuale Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) volti a ridurre quantitativamente alcuni tipi di armamenti e personale, aumentando nel contempo lo scambio di informazioni militari tra gli aventi causa allo scopo di favorire prevedibilità e trasparenza delle attività militari e ridurre il rischio di conflitto.

Altri attori internazionali (come il Regno Unito e il Canada) e le rispettive alleanze militari (la NATO per l'Occidente e il Patto di Varsavia per il Blocco sovietico) entrarono a far parte dei negoziati, ma sempre in posizione subordinata.

La ratio di questi negoziati appare sostanzialmente diversa se guardiamo ai trattati negoziati tra le Superpotenze e quelli negoziati all'interno dell'ONU: l'ONU infatti si proponeva (e si propone tuttora) il 'bando totale' delle armi di sterminio di massa, mentre più realisticamente (o cinicamente) i blocchi contrapposti si proponevano di governare un processo ritenuto inevitabile, smussandone le caratteristiche più pericolose e portandolo a livelli compatibili con lo sviluppo delle rispettive economie e società.


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